Chi è il D.G.T.

Sono il Dr. Franco Lasagni, 72 anni portati bene, capelli brizzolati e quasi sempre un poco scompigliati, libero professionista, papà di 5 figli .

Controcorrente rispetto al comune sentire secondo cui la super-specialità in una singola branca odontoiatrica dovrebbe appagarti maggiormente sia professionalmente che economicamente, dopo gli studi e le specialità conseguite (laureato in medicina e chirurgia nel 1964, specializzato in Chirurgia Generale nel 1972, specializzato in Odontostomatologia nel 1967) ho voluto mettere il naso in ogni branca dell’odontoiatria diventando un D.G.T. (Dentista Generale Tuttofare). La mia specialità, dopo tanti anni di onorato servizio sul campo, è il recupero di casi clinici fuori controllo.

Credo che un dentista possa essere professionalmente valido solo quando conosce e pratica ogni branca dell’odontoiatria: soltanto così può avere una visione ad angolo giro e può ragionevolmente analizzare, sviluppare e condurre piani di trattamento ragionati.

L’odontoiatria ha bisogno di superspecialisti, di solito anime tormentate obbligate ad avere una attività pratica ripetitiva che tollerano e attratte invece dalla ricerca clinica meglio ancora se sperimentale ( la sola parola “ricerca” li entusiasma e li fa sognare) solo in rari casi. Non penso però che possano dare consistenti vantaggi ai pazienti complessi: il trattamento parcellare di un unico paziente distribuito in più mani con teste diverse crea spesso delle interferenze, delle incomprensioni e dei disguidi: c’è una perdita di tempo e sicuramente una perdita di responsabilità se le cose vanno male.

Il bello di chi pratica l’odontoiatria è trasformarsi nello stesso giorno in analista, in stratega, in endodontista, in parodontologo, in protesista e così via. Le malelingue potrebbero sostenere che così tutto viene fatto male ma ciò non è vero: dipende dal tempo che il dentista in oggetto dedica al suo completamento affrontando, una dopo l’altra, le varie materie, eventualmente sotto la guida di un maestro: ad occhio e croce ci vogliono circa 15 anni. Ma non esiste alternativa: l’uomo non può diventare una macchina e ripetere sempre le stesse operazioni senza intorpidirsi nella noia.

Senza false modestie penso di aver raggiunto un buon grado di preparazione quando avevo 40 anni e dai 40 ai 60 la crescita professionale, supportato da un team invidiabile, è stata esponenziale. Innegabilmente tutto ciò è frutto di una notevole personale determinazione e abnegazione.

L’odontoiatria generale e le bocche dei miei pazienti sono stati il mio quotidiano per più di 40 anni; ho trascorso la vita lavorando come un matto: denti, denti e ancora denti durante i giorni feriali, mentre, per non perdere tempo, il sabato e la domenica correvo a corsi e congressi. Il lunedì mattina alle otto, gli occhi arrossati e gonfi di sonno, il sorriso stampato sulle labbra, gli appunti freschi in bella copia sotto il braccio, entravo in studio con tanta determinazione per cambiare subito qualcosa nei metodi o nella procedure alla ricerca di quella verità che doveva essere, in ultima analisi, verificata sul paziente la mia inconscia cavia di sempre. Così anno dopo anno ho approfondito le mie conoscenze, ho colmato le lacune e sono diventato un D.G.T. fortissimamente determinato.

Nello specifico mi sono interessato..

di PARODONTOLOGIA

Mi ha sempre attirato forse per la mia formazione chirurgica.. ho passato la vita tra lembi, osteoplastiche , rizectomie, innesti di gengiva aderente.

Coen, Slugher, Lindhe, Foghel sono stati gli autori più studiati e ascoltati.

Azzerare le tasche, festonare le gengive, rimodellare le ossa erano e sono all’ordine del giorno.

di OCCLUSIONE E GNATOLOGIA

Un capitolo della nostra cultura dove esiste un abisso tra verbo e realtà.

Jenkelson, Celenza, Ramfiord, Ingram, Arnold.. tutti sentiti, tutti seguiti. Eccezionale il libro di Franco Noveri ( 1982 ).

di PROTESI

I monconi D.O.C., le Estasi protesiche e la barra trans-palatale sono stati i miei cavalli di battaglia

di IMPLANTOLOGIA

E’ stata la scoperta dell’America. Ha fatto dirottare gli implantologi dalla loro attività.

Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente alcuni tra i pionieri dell’implantologia Made in Italy tanto denigrati e contrastati all’inizio come Tramonte, Pasqualini, Garbaccio, ecc che ricordo sempre con piacere.

Ma l’evento cardine della mia professionalità è stato quello di aver messo il naso dell’ORTODONZIA. Voi direte: ma che c’entra ? C’entra eccome ! Il Prof. Franco Magni non è stato per me soltanto bande, attacchi, mollette, Gosgarian, Utility e quant’altro.. Ho capito che a monte di ogni trattamento c’è un caso da studiare e documentare con esami clinici, radiografici, fotografici e modelli. Il particolare dettagliato sistema di analisi e studio del paziente, sviluppato, verificato e integrato nel corso degli anni è pertanto divenuto la base del mio sapere e della mia professionalità.

Credo che ci siano fondamentalmente tre ostacoli al raggiungimento della “verità”: l’abitudine e il mascherare l’ignoranza facendo finta di sapere, che riguardano chi impara ma l’altro insidioso impedimento sono i “falsi profeti” ! Per questo nella Sala Medici del mio studio custodisco la stessa frase che era stampata a caratteri cubitali sul muro della vecchia aula di Medicina Legale dell’Università di Milano:

“ E questo ti sia sempre piombo a piedi

per farti muoner lento come uom lasso

e al si ed al no che tu non vedi .”

Dante Alighieri – Paradiso

Dedico questo sito

sia a quei giovani talenti dell’odontoiatria italiana che credono di saper praticare l’odontoiatria per aver eseguito qualche corso superspecialistico negli U.S.A., corsi dai quali ritornano con una sigla all’occhiello, ricchi di informazioni, di ricerche sperimentali in corso, di nomi, di numeri, di istogrammi, di percentuali di successi ed insuccessi su milioni di casi trattati, ma soprattutto alcuni stracolmi di arroganza: non sanno ancora che il sapere è sì studio, ma soprattutto esperienza, umiltà spirituale, cautela operativa e tanto tanto amore per il prossimo.

sia a quei giovani talenti italiani che non potendo andare all’estero pensano di essere esclusi da ogni decorosa professionalità; a coloro voglio consigliare di trovarsi un buon maestro italiano disposto ad accettarli nel loro studio, di lavorare con lui, di confrontarsi con lui per capire i suoi modi di professare nella teoria e di operare nella pratica.